La sedia di carta
Ieri le sedie erano il simbolo, lo strumento per socializzare, parlare, conoscersi, condividere pensieri ed emozioni. In estate, quando le persone si impadronivano dei “sogliori” davanti la porta, oppure in casa quando si stava attorno ad un tavolo a mangiare e parlare, ma anche in salotto quando un ospite giungeva in visita e lo si accoglieva con tutti i riguardi.
Oggi, ed è una cosa che mai avremmo immaginato, la sedia è il simbolo di un Carnevale Universale, ma al tempo stesso inusuale. Tralasciando i motivi che hanno portato a questa decisione, le necessità contributive che lo hanno reso irrinunciabile, i pro ed i contro di una scelta sofferta e delicata, credo sia giusto, a pochi minuti dall’inizio del primo Corso, sottolineare valori e caratteristiche di un patrimonio che la nostra Città ha saputo creare, sviluppare e mantenere grazie alla creatività, all’estro, alla passione ed alla partecipazione di tante persone e di una Viareggio che è riuscita a scrivere importanti e significative pagine di una bella e comune Storia.
Successi e risultati ottenuti in ambito economico, culturale, artigianale, sociale e turistico. Valori quali solidarietà, satira, partecipazione, allegria, divertimento e condivisione di uno “stato d’animo” da custodire nel cuore e da trasmettere ai propri figli.
Per questo, credo sia importante conquistare, collettivamente, la consapevolezza che ciò che va in scena in questi giorni non è il Carnevale, la cui genesi ed identità non possono che avere una collocazione temporale tra Natale e Pasqua, ma una “sfilata straordinaria” che, in quanto tale, ci auguriamo non debba ripetersi in futuro, con la speranza che già dal febbraio prossimo spariscano le sedie, permettendo così alle persone, senza limiti di sorta, di tornare a “muoversi tra i movimenti di grandi opere in movimento“.