Hanno sempre gli stessi occhi (belli)
Ho dovuto trascorrere tre giorni in ospedale (tutto bene), in una stanza, al terzo piano, del “Versilia”. L’immagine della finestra, come in un grande schermo, conteneva l’eliporto e, sulla destra, Villa Pergher. Lì, sede della direzione della Ausl Versilia, ho trascorso oltre 15 anni della mia vita. Un periodo intenso e qualificante, dal punto di vista professionale ed umano, durante il quale, ogni giorno, ho imparato qualcosa di importante. Ho toccato con mano, cercando poi di comunicarli, il senso di responsabilità, la preparazione, la passione, la disponibilità, la serietà ed il coraggio di decine e decine di medici, infermieri, amministrativi, direttori, volontari, collaboratori.
Ho condiviso momenti difficili, traguardi raggiunti, progetti realizzati o rimasti sulla carta. Riunioni, commissioni, conferenze stampa, richieste, risposte, incontri, speranze, delusioni, donazioni, tagli, trasferimenti, pensionamenti, cambiamenti. L’ho fatto con impegno e, soprattutto, con un profondo rispetto per tutte quelle donne e quegli uomini che con il loro lavoro riuscivano a mantenere alto il valore e la qualità della Sanità pubblica. Guardando dalla finestra, la luce dei ricordi ha illuminato volti e momenti indimenticabili, pagine di storie, tra loro collegate, contenute in un vastissimo spazio del mio cuore.
Sulla parete al mio fianco, intanto, il racconto dell’emergenza. La cronaca di un immenso dolore, di ansie, privazioni, stravolgimenti impensabili. Il prezioso ruolo di chi, comunque, deve continuare a lavorare confrontandosi, spesso, con condizioni di sicurezza a dir poco carenti. L’ impegno e l’abnegazione nelle corsie e nei reparti degli ospedali, nelle ambulanze, nelle strutture sanitarie, negli studi dei Medici di famiglia, nelle farmacie ed in molti altri posti ancora. Persone e non eroi. Perchè quello che fanno lo hanno sempre fatto anche se, purtroppo, chi oggi li esalta, ieri non accoglieva le loro richieste e rivendicazioni e che, domani, continueranno a farlo con la speranza che tutto ciò che accade possa, davvero, insegnare qualcosa.
Si apre la porta, entra una dottoressa con alcune infermiere. Hanno tutte la mascherina sul viso. Hanno sempre gli stessi occhi, che tante cose hanno visto e tante ne vedranno, occhi belli di belle Persone.