Manteniamo la promessa
Sabato, con grandissimo piacere ed interesse, ho partecipato ad una delle richiestissime visite guidate nella Villa Puccini del Marco Polo, attualmente interessata da interventi di restauro del tetto e della facciata, il cui termine è previsto per fine anno.
Le iniziative, restauro e visite, fanno parte delle tante attività che caratterizzano l’impegno della Fondazione Giacomo Puccini di Lucca a cui, oltre al Museo di Lucca, fa riferimento la Villa.
La storia è nota. Puccini, abituato a scrivere note la notte e dormire al mattino, ha problemi di concentrazione nella casa di Torre del Lago per il rumore causato da una torbiera. Il Maestro decide, quindi, di acquistare il terreno di Viareggio e di far costruire una Villa. Siamo nel 1915, tempi di guerra. Puccini ha le idee molto chiare su come costruire l’edificio. Idee e spunti presi in America, dove trascorre molto tempo per “Fanciulla del West”, leggendo riviste di architettura e, alla bisogna, strappandone e portando con se le pagine più interessanti.
Ed ecco che Puccini conosce casualmente al 𝗚𝗿𝗮𝗻 𝗖𝗮𝗳𝗳𝗲̀ 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗵𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 un giovane docente all’università di Pisa. E’ 𝗹’architetto 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗣𝗶𝗹𝗼𝘁𝘁𝗶, a cui decide di affidare l’incarico di progettare la nuova abitazione di Viareggio. I permessi per costruire ed i lavori procedono spediti. Qui dal 1921 al 1924 vive e compone la sua ultima opera: “Turandot”, opera che non riesce a concludere, a causa della morte avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924.
Ecco perché questo è un luogo affascinante, un patrimonio universale di cui andare orgogliosi e grazie, quindi, alla Fondazione ed al suo direttore Luigi Viani ed all’architetto Monica Marchetti, responsabile dei lavori. Il racconto che ci hanno fatto sabato, appassionato e stimolante, ci ha emozionato e responsabilizzato, soprattutto quando ci è stato letto il testo della lapide che si trova sul lato nord dell’edificio.
Scritta da Enrico Pea fu posta il 7 dicembre 1924 e recita: “La comunità di Viareggio promette di custodire consacrati a Giacomo Puccini casa e bosco che furono reggia e giardino alla splendente regina Turandot.”