E noi come stronzi rimanemmo a guardare
Mi sono visto ieri, su Netflix, “E noi come stronzi rimanemmo a guardare” film del 2021 diretto da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Viene presentato come commedia satirica con elementi fantascientifici per la sua storia grottesca, ma estremamente, pericolosamente attuale. La storia, ambientata in futuro prossimo possibile, ruota attorno al potere della “Fuuber”, multinazionale il cui motto è “visione, coraggio e follia”. Interprete principale è Fabio De Luigi, vittima dell’algoritmo da lui stesso creato, penalizzato da un’età non più “appetibile” (48 anni) a cui non rimane altro che diventare un rider. Unica consolazione è Stella, ologramma che incarna tutte le sue preferenze e che, alla fine, si rivelerà per quello che è realmente.
Liberamente ispirato al concept “Candido e la tecnologia“, di Guido Maria Brera con il collettivo I Diavoli, è un film che in un primo momento può risultare leggero, per poi accendere più di una luce sulle riflessioni legate alla società in cui stiamo vivendo e, soprattutto, a quelle che arriveranno.
Nel proporvi il link del trailer ufficiale aggiungo, soltanto, due brevissime considerazioni. Il titolo, innanzitutto, perfettamente adattabile alle sempre più numerose “osservazioni” passive che ci vedono protagonisti, in negativo, nella non assunzione delle responsabilità che abbiamo in qualità di persone che tutto accettano, niente fanno.
E, poi, una battuta che il numero uno della “Fuuber” butta là, quasi alla fine. E’ la sintesi del nostro rapporto con i social, con la rete, con una privacy che, oramai, non esiste più. “Abbiamo bussato e loro ci hanno fatto entrare nella propria vita…“