Ingegneria Cartotecnica
Provate a fare un esperimento. Andate in bagno orfani del telefono. In questa dimensione così privata, chiudete la porta ed “ingannate” il tempo. Un rapido sguardo alle pareti, un controllino veloce ai vari contenitori presenti negli appositi scaffali o mobiletti, un pensiero al tempo che fa oltre la finestra. E poi? Niente… qualche pensiero, alcune riflessioni e l’attesa che vengano soddisfatti i bisogni.
In passato era diverso. Il quotidiano momento era occasione per leggere il giornale, fare le parole crociate, gustare un giornalino (oggi si chiamano fumetti) o divorare pagine di libro. C’era, poi, chi fumava la sigarettina (ci sono ancora), chi beveva un grappino e c’eravamo noi maschietti che, con ansia e trepidazione, sfogliavamo l’ultimo numero di Postal Market.
Tutto questo per dire che ieri, in mancanza di alternative, ho attinto alla piccola libreria che, in casa nostra, in questa stanza contiene volumi di storie per bambini. Racconti, favole, Minions, Peppa, Topolino e compagnia…
Tra queste, la mia attenzione è stata attratta da un bellissimo volume intitolato “Le favole di La Fontaine”. Grande, colorato e, soprattutto, con sorprese pop-up (figure, personaggi, oggetti ed ambientazioni che spuntano fuori al girar delle pagine). Favole con la morale, storie crude e crudeli, nella migliore tradizione del genere (che incubi da bambino ad immaginare ciò che accadeva a Cappuccetto Rosso, alla strega di Hansel e Gretel o a Pollicino).
Ma ciò che più mi ha colpito è stato il notare che, in copertina, oltre all’indicazione dell’illustratore veniva fornito anche il nome della persona responsabile dell’ingegneria cartotecnica… e chissà perché ho subito pensato al nostro Carnevale, a ciò che in 150 anni di storia a Viareggio è stato possibile creare creare, tra carta e sfide ingegneristiche.