Era tutto finto?
Per ventiquattro giorni consecutivi ho riempito lo spazio di una rubrica per raccontare il Carnevale ed attraverso il Carnevale cercare di strappare un sorriso, una reazione, una riflessione o, soltanto, per catturare un briciolo di attenzione. L’ho fatto mettendoci tutto l’impegno possibile che i lettori meritano, consapevole che l’edizione appena conclusa doveva fare i conti con una serie di condizionamenti, dubbi, incertezze, obblighi e limitazioni che con il Carnevale, a cose normali, avrebbero poco a che fare. Le conseguenze del Covid, ovviamente, ma anche e purtroppo l’esplosione improvvisa di una guerra che scuote animi e coscienze, che è causa di dolore e preoccupazione. Quello che ho cercato di fare è stato spargere polvere di ironia nel cielo di Burlamacco, tra coriandoli e stelle filanti, (ma esistono ancora?), tra musiche e mascheroni, tra maschere e mascherine.
Ho raccontato episodi, descritto situazioni, rimescolato notizie, coinvolto persone, immaginato momenti incredibili e, soprattutto, inventato un sacco di cose. Ho detto bugie autocondannandomi ad un esilio a Collodi; ho rivelato segreti, mettendomi contro Cia e Kgb; ho dato per certo l’incerto. E in tutto questo, c’è una cosa, più di altre, che mi ha colpito e credo meriterebbe un approfondimento più ampio. E’ successo quando ho rilanciato, sui social (si dice così…) alcuni estratti, tra quelli pubblicati. Apriti cielo… centinaia di commenti che, in gran parte, proponevano reazioni come se le notizie fossero realmente tali.
E’ successo, ad esempio, per la Bomba di Arnaldo Galli che nel 2023 aprirà le sfilate dei 150 anni. Per le maschere del carro di Luigi Bonetti vestite tutte con la fascia da Sindaco per rispetto e vicinanza alle famiglie delle vittime della strage del 29 giugno 2009. Per il dialogo tra l’influencer Beatrice Valli ed Enrico Re Petri. Per la presenza di Achille Lauro al Festival di Burlamacco. Per le bandiere del Rione Torre del Lago scambiate per quelle dell’Ucraina o per la decisione di vivere la conclusione dell’ultimo corso senza fuochi, ma tenendoci per mano, avvolti in un silenzio di Pace. Era tutto finto… o forse no, fate voi. Grazie a tutti e grazie a Il Tirreno. Alle prossime…
PS. Molti mi chiedono che fine abbia fatto il signor Gilberto Tambellini, residente a Lucca, che visto quanto costa il gas, aveva deciso di depositare in una cassetta di sicurezza il palloncino a forma di Unicorno, comprato alla sfilata di Giovedì Grasso al figlio Adamasco. Mi sono informato, è fermo con la Pandina sulla Bretella. Dice che ripartirà quando la benzina costerà 50 centesime al litro. Bona…
PPS. Il PS vuol esser, anche, un indiretto omaggio ad uno dei miei Amici più cari: AB.