Sogliori newyorkesy
Qualche settimana fa, sfogliando FB, posi il segnalibro dell’attenzione nella pagina di Alice Lepore. Le lancette dell’orolologio giocavano a rincorrersi intorno al numero 13. Lei, tra un aperitivo ed un raggio di sole che le illuminava il viso, stava leggendo un libro dedicato allo Skofic. Una lettura a puntate (attendiamo ancora la fine…), appassionata, emozionate ed emozionante, fatta per ingannare il tempo, riempire il tempo, dare un senso al tempo. Fu in quel momento che decisi di “scartare” il pacco di un’idea che da tempo avevo sistemato sugli scaffali dei progetti. Nasceva così “La Sedia sul Soglioro“, uno spazio che vi invito a visitare e ad utilizzare. Grazie.
Un’opportunità che richiama al passato, ma va in prospettiva futura. Lo dimostra e lo conferma, ad esempio, un servizio pubblicato ieri da Repubblica, con testo e foto a cura di Francesca Magnani che racconta, appunto, i “sogliori newyorkesi“….
Mentre in città i marciapiedi che fiancheggiano le avenue, le piazze, le banchine della subway sono deserti, con saracinesche abbassate, luminarie spente, e a volte vetrine protette da assi di legno, nei quartieri le piccole comunità non mollano, e inventano nuovi modi di uscire da casa, andare a mangiare e fare la spesa rispettando la distanza sociale di sicurezza di due metri. La voglia di rimanere a contatto con la vita in strada, le persone e la natura si nota soprattutto nei quartieri residenziali.
A Brooklyn, nelle zone di Carroll Gardens, Boerum Hill, Cobble Hill, dimora di molti scrittori e artisti, gli abitanti hanno iniziato a usare gli “stoop”, i gradini davanti ai “brownstone”, le case in mattoni tipiche di Park Slope e Bed-Stuy. Restano seduti lì, né dentro né fuori, sia dentro sia fuori, in pantofole o calzini a discutere, a leggere, a scrivere al computer, a lavorare.
Il gradino è adesso il posto dove stare, dove darsi appuntamento, per stappare una bottiglia di vino, come è avvenuto poche sere fa a Dean Stree, ma anche per condividere il pranzo di Pasqua, o applaudire i medici e gli infermieri impegnati nella lotta al virus.
(Francesca Magnani scrive e fotografa le strade di New York dal 1997. Il progetto “On the Stoop” è nato a Dean Street, Brooklyn, quando il governatore Andrew Cuomo ha decretato la quarantena newyorkese)